Ostello per la Gioventù
Idea iniziale, proposta e previsione
dell'Arch. Franco Della Rosa
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PROGETTO
E
NOTA TECNICA PER IL RECUPERO
DI PALAZZO GIUSTINIANI
ED AREA LIMITROFA A
COMPLETAMENTO DELLE CISTERNE
(Progetto sottratto da soggetti senza scrupoli)
DATI STORICI
Particolarmente ridotte sono le notizie storiche rintracciabili sulla dimora di Vincenzo Giustiniani, ciò va posto in relazione al breve periodo d’uso che la Famiglia ha fatto di questo immobile e alle vicissitudini del complesso che ha mutato più volte destinazione.
L’edificio attualmente mostra all’esterno l’aspetto architettonico sei-settecentesco, e ciò è dovuto ad un intervento unitario di riunificazione dei tre prospetti esterni rivolti allo spazio urbano compreso tra due distinte Piazze e la via di collegamento. Non va sottaciuto però quanto della storia architettonica precedente si può tuttora ammirare.
Al piano terreno risaltano, per la maestosità che è opportuno far degnamente riemergere, ampi ambienti voltati d’età tardomedioevale e vani d’età rinascimentale ove compare la pietra squadrata; interventi cinque-seicenteschi corrispondenti all’ambito della scala esterna d’ingresso; al piano primo un’Ultima Coena affrescata sta a testimoniare l’antica presenza di un ambiente religioso; altre stanze, ancora coperte con volta a botte, richiamano la tipologia costruttiva del primo millennio dell’era cristiana[1].
La possenza dei volumi del corpo edilizio, rivolto alla Piazza Comunale, certamente cela sotto gli intonaci un’architettura tutta da scoprire e da ricondurre a migliore uso.
I Giustiniani, come famiglia, hanno avuto saltuari rapporti con la città di Ameria, le loro dimore principali sono state a Genova, Roma, Firenze, Livorno, Ferrara, Savona e Smirne.
L’importanza della Famiglia è confermata dallo stemma[2] in marmo finemente scolpito fissato sulla parete centrale dell’atrio comunale, esso è formato da un grande scudo ovale con cornice a “cartoccio” sormontata da elmo, cimiero (aquila) e svolazzi, in origine questo era, araldicamente: rispondente di roseo al castello d’argento di 3 torri, esagonali; col campo d’oro carico di un’aquila coronata di nero uscente dalla partizione.
Nonostante nella storia amerina di questa Famiglia non compaiono forme di “imparentamenti” locali che denotano una presenza radicata, i Giustiniani hanno ugualmente lasciato la loro indelebile traccia in un edificio centrale della Città, giunto sino a noi conservando i connotati più significativi.
L’origine della Famiglia Giustiniani è attribuita al secolo XIV mentre lo stemma avanti descritto risale al secolo XVII[3].
Particolare riguardo va riservato, anche per l’originalità, all’iscrizione a “nastro” posta lungo il lato esterno della balaustra, seppure molto deteriorata a causa della posizione sotto il gocciolatoio del corrimano culminante con pregevoli stemmi in altorilievo sui pilastri d’angolo, aspetti non frequenti nelle opere di finitura locali.
L’antico uso dell’immobile, destinato in parte nel tempo anche a Palazzo Pubblico, è attestato sino al 1817, anno in cui si verificò il crollo del limitrofo nucleo principale del “Palazzo Comunitativo”, uso giustificato per la sua posizione nell’area centrale della Città antica intorno alla quale ruota tutt’oggi la vita amministrativa. L’immobile, utilizzato poi con la nuova ed ultima pubblica destinazione di Carcere Mandamentale protrattasi sino a circa un decennio fa, ha assolto prevalentemente funzioni di tipo comunitario.
Da quanto innanzi documentato risulta quindi utilizzato soltanto per un breve periodo ad uso esclusivamente privato di “Palazzo nobiliare” e tutto ciò va attribuito presumibilmente alla caratteristica dell’attività professionale del proprietario del ramo Genovese[4].
Sul portale d’ingresso nella fascia mediana dell’architrave si legge la seguente, concisa ma significativa, iscrizione latina:
S IS Æ S N S I S
VINC Ñ IVSTINIANUS Ñ IO Ñ BA Ñ F Ñ GENVE
LO STATO DI FATTO
Tra la Piazza municipale, intitolata a Giacomo Matteotti, soprastante le monumentali Cisterne d’età romana[5], oggi completamente rinnovata, e la retrostante Piazza Giuseppe Mazzini, emerge la mole sei-settecentesca di Palazzo Giustiniani nello spazio in cui si presume fosse insediato l’antico foro amerino.
L’edificio da circa due secoli è passato dall’uso privato a quello pubblico ospitando nel tempo parte degli Uffici comunali, la Pretura circondariale, il Corpo Forestale dello Stato ed ultimamente il Carcere Mandamentale oggi dismesso, in passato chiuso tra strade e slarghi ha ampliato lo sguardo visivo verso la piazza con il vuoto venutosi a creare dopo il crollo del “Palazzo Comunitativo” dal 1817 [6].
Una piccola porzione del Palazzo, al piano terreno, consente il nuovo accesso alle sottostanti cisterne d’età romana, altri contigui ambienti ospitano rimesse, magazzini ed una officina comunale; destinazioni incompatibili con la centralità della struttura edilizia, riconducibili attualmente nell’ambito dei servizi municipalizzati già operativi fuori dell’abitato.
Il complesso edilizio, seppur importante nella storia cittadina e necessario al fine unitario avviato con il recupero delle Cisterne e della Piazza, giace attualmente pressocché inutilizzato ed in abbandono.
La struttura portante è di buona fattura e annovera otto ambienti voltati a botte su due livelli, un ammezzato ed una elegante scala di accesso con doppio portale, balaustra in pietra con corrimano di colonnine. La superficie complessiva lorda è di circa 1.400 mq. ed il volume di 4.700 mc., il tutto ripartito parte su tre e parte su quattro livelli, oltre ai sottotetti e all’interrato.
Pari rilevanza riveste lo spazio urbano limitrofo a contorno dell’edificio, per il completamento del programma di recupero dell’insieme parzialmente eseguito nell’ambito del “Lavoro per l’accessibilità e fruibilità delle Cisterne d’età romana e della Piazza sovrastante” 1996.
La tutela e la conservazione dei risultati raggiunti è attualmente affidata all’ampliamento dell’area d’intervento per le indifferibili opere di completamento della impermeabilizzazione dell’intero bacino di deflusso delle acque superficiali, l’estensione del risanamento delle canalizzazioni tecnologiche interrate che possono tuttora minacciare la conservazione delle Cisterne ed il ripristino di adeguate finiture superficiali.
Altrettanto rilevante è il riutilizzo del Palazzo, sia per l’importanza che denota in questo ambito centrale della Città, sia per la destinazione perfettamente compatibile con la previsione “ancora” di tipo pubblico.
Un problema rilevante da affrontare e risolvere, a garanzia del lavoro svolto, che quindi non può essere procastinato.
Piante attuali e sezioni-Prospetti ottocenteschi
LE PREVISIONI
Le necessità innanzi evidenziate rappresentano motivi tecnico-formali che possono essere proficuamente coniugati con riscontri immediati di riuso di questa emergenza archeologico-architettonica, già palesemente apprezzata ad ampio raggio anche durante il corso dei lavori.
La destinazione ad uso sociale di questo edificio, già proprietà pubblica, da utilizzare ad ampliamento del modesto spazio oggi assegnato al servizio di ingresso-informazioni per le bimillenarie Cisterne, al piano terreno, va ampliata con spazi aperti sulla nuova Piazza e la retrostante, attuando nel contempo, ai piani superiori:
- un centro mostre polivalente di cui in Città e nel territorio dell’intero Amerino si sente palesemente la mancanza, per esposizioni temporanee e permanenti (mostre di varia natura, documentazione specifica su mura poligonali, cisterne e vie d’acqua, storia urbana) può determinare forme certe di ritorno economico riscontrabile sin d’ora con la sola gestione degli spazi attualmente resi operativi;
- l’uso turistico-ricettivo tramite l’istituzione di un Ostello per la Gioventù, tipologia assente nell’intero comprensorio e con la quale è possibile agevolare l’accoglienza del turismo giovanile di breve sosta e decorosamente a costi contenuti.
La struttura edilizia, palazzetto nobiliare, quindi edificio pubblico ad uso collettivo, si presta bene per le specifiche peculiarità alla destinazione di tipo comunitario.
A ciò va coniugato il risveglio diffuso nella popolazione, da diversi anni, per forme culturali aggregative, oggi rappresentate da una miriade di singole associazioni culturali e del tempo libero senza un luogo pubblico di incontro e confronto.
Il completamento dell’area di bacino tuttora da impermeabilizzare, rappresentata nell’unita planimetria, ed il recupero della struttura edilizia, in anastilosi con la preesistenza, anch’essa riprodotta nelle planimetrie e prospetti-sezione, allegate in copia, risponde ad un’esigenza diffusa nella cittadinanza amerina che attende congrue forme di stimolo alla occupazione locale e la riqualificazione viva dello spazio urbano relegato attualmente a seconda-terza casa-dormitorio saltuaria per forestieri.
L’intervento previsto risponde congiuntamente a tale diffusa attesa che aspetta d’essere concretizzata.
Previsioni di progetto
I COSTI
Il preventivo sommario dei costi dei lavori di recupero e ristrutturazione di Palazzo Giustiniani nonché la impermeabilizzazione e bonifica dello spazio più strettamente legato alle Cisterne di Piazza G. Matteotti può essere stimato, oneri fiscali compresi, come segue:
- area scoperta mq. 1.800 x £. 500.000 = £. 900.000.000
- area edificio mq. 1.400 x £. 1.500.000 = £. 2.100.000.000
Totale = £. 3.000.000.000
Ameria, 7 agosto 1997.
Arch. Franco Della Rosa
Piazza G. Marconi, 5
I-05022 Ameria (Tr)
Tel. Fax. 0744 981627
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Dettaglio costi:
- Opere provvisionali/sicurezza £. 60.000.000
- Restauro murature portanti £. 220.000.000
- Modifiche murature £. 80.000.000
- Rifacimento copertura £. 161.000.000
- Ristrutturazione scale £. 75.000.000
- Consolidamenti/deumidificazioni £. 60.000.000
- Opere in pietra £. 40.000.000
- Opere in ferro £. 30.000.000
- Tramezzi £. 30.000.000
- Intonaci interni/tinteggiature £. 205.000.000
- Intonaci esterni/finiture £. 70.000.000
- Pavimentazioni £. 143.000.000
- Restauro affreschi £. 70.000.000
- Infissi esterni £. 80.000.000
- Infissi interni £. 70.000.000
- Impianto idrico/fognario £. 80.000.000
- Impianto riscaldamento/condizionamento £. 110.000.000
- Impianto elettrico £. 35.000.000
TOTALE LAVORI £. 1.619.000.000
Oneri fiscali e spese tecniche £. 481.000.000
TOTALE GENERALE £. 2.100.000.000
[1] Mons. Angelo Di Tommaso nella trattazione Passeggiata artistica per Ameria della sua Guida di Ameria, liquida rapidamente la descrizione del “Palazzo Anzianale” con le seguenti parole non meglio documentate: «… si giunge all’antico Palazzo Anzianale, ora sede, riattivata della Pretura. È una costruzione del 1478, di austera semplicità, con scala esterna di accesso». Editrice Annuari Guide Regionali Italiane, Terni, (1931?), ristampa a cura del Gruppo Ricerca Fotografica di Ameria, Quatrini, Viterbo, 1991, p. 54.
[2] Due sono gli stemmi conservati nell’atrio del Palazzo Municipale sul lato destro dell’ingresso interno.
[3] L’interpretazione è stata prodotta congiuntamente al Dr. Amulio Giurelli e trascritta in: INVENTARIO delle ISCRIZIONI LATINE e delle ARMI ARALDICHE esistenti nell’Atrio del Palazzo Municipale di Ameria alla data del 1 Luglio 1975. Manoscritto nel formato “protocollo” di pp. V-66.
[4] Vincenzo Giustiniani, si desume dalla Cronistoria Amerina di Carlo Cansacchi, fu Podestà o Governatore prelato nel periodo compreso tra il 1580 e il 1582.
[5] Le cisterne sono datate tra la seconda metà del I secolo a.C. e la prima metà del I sec. d.C.. Le stesse sono perfettamente conservate e visitabili.
[6] CECI, Getulio, L’antico palazzo del Comune di Ameria, Todi, Tip. Tuderte, 1925, pp.30, misc. F.D.R..