Castello del "Poggio" di Guardea
Da un carteggio seicentesco della famiglia Doria Panphili
Viste da Guardea Vecchia e dall'Oasi naturalistica
Viste dal parco l'Aiuola dopo i notevoli lavori commissionati dal Dr. Aleandro Tommasi
e la Sig.ra Irene Fabi nonché dall'Ing. Marco Pica, comproprietari dall'inizio degli anni '80.
Porzione del Piano Particolareggiato
Viste di restauro e ricostruzione
Foto di Jacopo Della Rosa
Il Castello oggi
Il Castello nell'aprile del 1976
Lina Farini (già proprietaria del Castello, 1975). Il marito Jimmi Savo con la Banda di Guardea. Lina nel 1985.
Il Castello nel 1972
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Cortese Redazione,
mi sembra opportuno citare nella scheda da Voi posta in rete nella
pagina:
http://www.umbria.website/content/poggio-di-guardea-castello-del-guardea
coloro che insieme allo scrivente hanno dedicato tempo soldi e studio
per salvare e rimettere in piedi il Castello del Poggio di Guardea,
come da Voi giustamente evidenziato "ormai fatiscente",
con l'impegno di circa un ventennio!
In particolare il Dr. Tommasi Aleandro e sua moglie Sig.ra Irene Fabi
unitamente al Dr. Marco Pica, comproprietari;
lo scrivente, Arch. Franco Della Rosa, senza i quali oggi sarebbe solo
un cumulo di macerie.
Cordialmente.
Franco
Della Rosa
La ringrazio per la segnalazione e la informo di aver girato la sua e mail
al Servizio Turistico Associato dell'Amerino perché provveda ad integrare la scheda.
alla redazione di schede relative ai castelli, rocche, abbazie, ecc.
per la loro pubblicazione nella nuova versione del portale,
la cui pubblicazione è prevista nel mese di maggio.
Cordialità
Serenella Petini
Servizio Turismo - Regione Umbria
Gentile Architetto,
grazie della sua segnalazione e dell'interessamento
che giustamente ha messo in evidenza con grande onestà intellettuale.
Cordiali saluti
Aleandro Tommasi
Poggio di Guardea, 13 marzo 2006
É stato aggiornata la pagina in oggetto
e visibile in:
*
IL CASTELLO DEL POGGIO DI GUARDEA
(note
storiche)
Il castello di Guardea fu costruito nei primi dell’XI secolo probabilmente incorporando un nucleo
più antico di epoca alto-medioevale.
Per più di mille anni il colle dove sorge il Castello è rimasto inalterato. Dentro le mura merlate ci sono
sette piccole
case e le fondamenta di molte altre dirute, lo circondavano a cerchio nel lato
di nord-ovest.
Il castello è composto dalla residenza della Signoria con l’antistante fortezza e le sue mura merlate
che racchiudono le abitazioni degli antichi mercenari.
La Rocca è divisa dalla fortezza e da una corte interna. Un terzo cerchio di solidissime mura,
chiude tutt’intorno il
tratto sud-est ed è interrotto soltanto dal portone d’ingresso.
Nelle sue linee architettoniche semplici ed artistiche insieme, rappresenta, per la impareggiabile posizione panoramica,
per i pregi di molte rifiniture, per l’eleganza del cortile interno e per molte altre particolari caratteristiche,
un “unicum” da annoverare fra le rarità
italiane.
Da un primo esame delle sue strutture, il Castello appare formato da vari recinti fortificati posti a spirale attorno ad un nucleo quadrilatero, culminante in due torri di cui una, la più antica (forse i resti della costruzione alto-medioevale),
è il maschio, termine della
composizione assiale.
La sua configurazione che si adatta al terreno, presenta caratteristiche di una costruzione a difesa avanzata
da un lato e di difesa piombante dall’altro, segno che i costruttori hanno saputo sfruttaremolto bene
la configurazione del terreno, a salita dolce dal lato
delle difese avanzate, a salita più rapida dall’altro.
Per tali motivi la fortezza in esame, nel suo complesso, si inserisce con sue proprie particolarità
nella castellologia del maturo medioevo italiano susseguente alle esperienze di difesa dei crociati in Palestina
culminanti con le fasi costruttive del “Krac dei Cavalieri” e il Castello di Saone Siria) che furono
un banco di esperienza per la guerra con sofisticate macchine di assedio,
dove si abbandona definitivamente la forma quadrata o regolare per adottare forme
più difficilmente espugnabili con vari sbarramenti formati da successive costruzioni turrite,
poste una dentro l’altra precedute da stretti passaggi
in cui si poteva colpire l’avversario
di fianco o di dietro.
Per quanto ci tramanda la storia, il Castello di Guardea è tra i più antichi d’Italia,
fu probabilmente fondato come feudo imperiale ma venne successivamente assorbito nel XII secolo
dal vicino “Status Alviani” feudo della Chiesa, divenendo l’avamposto chiave
per la sua difesa verso i monti che lo separavano da Todi.
Il complesso occupa il crinale di un colle di dimensione molto evidente che domina
l’abitato di Guardea con una presenza
paesaggistica ed ambientale di ottimo rilievo.
Da qui il Castello doveva assolvere la funzione di vedetta della valle di Cocciano, dei monti
e dei borghi circostanti e ancora delle strade laterali che attraversano i monti per il Passo di Puosi
o
della Femmina Morta e per la Valle di san Benedetto.
Il passaggio per queste strade non avveniva certamente senza il pagamento di un pedaggio
come testimonia lo stesso nome Guardea, da “Guardigium” che significa protezione, difesa,
derivata dal termine “guarda” che vale “tributo”
dovuto dai sudditi ai Signori del
luogo per la protezione e la garanzia che ne ricevevano.
Alterne comunque le vicende successive, ora con Todi, ora con la Camera Apostolica, ora con Orvieto,
ora a vivere una breve stagione di autonomia.
Prevalse Todi, che nel 1232 riuscì a impossessarsene.
Importante per la storia del castello è il
secolo XV che segna anche la fine della sua funzione di roccaforte.
Nel 1465 con la protezione della Chiesa si libera dal dominio degli Anguillara
e divenne dipendente della Camera Apostolica.
Nel 1495 Bartolomeo d’Alviano che aveva preso in consegna la fortezza resistette all’assalto di Todi,
alleata con Ameria; nel firmare la pace si stabilisce che la Rocca non venga più riedificata;
da qui iniziò la
sua decadenza e il suo abbandono.
Comunque, fra i personaggi che conquistarono il Castello citiamo: Federico I,
detto Barbarossa, che passò di lì conquistandolo; Carlo V di Spagna, Imperatore di gran parte d’Europa,
che fece mozzare la torre dalle sue truppe per facilitarne la conquista.
Cesare Borgia che lo cinse d’assedio occupandolo e lo regalò alla sorella Lucrezia;
Filiberto di Savoia il cui stemma con la croce bianca è affrescata con altri sopra uno dei caminetti,
e per ultima la principessa Olimpia Doria Panphili,
cognata di papa Innocenzo X.
Arch. Franco Della Rosa
*é
da: http://www.grupporicercafotografica.it/l'atomo.htm
Mensile L'atomo - 30 giugno 1980
*