Omaggio ad una persona onesta
Umbro Patroni
bravo ed umile restauratore - "lucida mobili"
a casa Della Rosa e ... ai tempi in cui si sentiva l'incarnazione di Charlie Chaplin
e in attività presso la casa paterna Della Rosa
e ospite nella ex sede del Gruppo Ricerca Fotografica
23 settembre 1976 (ad osservare: Maria Di Tommaso, "perpetua" dello zio Priore Angelo)
Foto di Franco Della Rosa
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L’amico Umbro Patroni, detto Bumbo, nel 1989 convocò il sottoscritto insieme a Severino Della Rosa,
Antonio Girotti, Carlo “Caserio” ed altre persone ad un suo recital in una stanza inclusa nel bar di Quinto
accanto alle vecchie poste di Amelia. Il titolo dell’evento era “me cojoni!” ed era impostato
su di un tavolinetto dove egli poggiava un bicchierino riempito di cognac Stravecchio,
che sorseggiava con movimenti ieratici affini ad un’autentica “Elevazione”,
rabboccandolo di volta in volta.
Nel momento sacrale della cerimonia, in preda ad un elevato ed austero misticismo declamava
a più riprese : “me cojoni!”.
Umbro, con la sua caratteristica mimica, la sua simpatia, bontà ed educazione veniva da me identificato
quale erede di Jimmy Savo, ne possedeva tutte le qualità unite ad altre specializzazioni lavorative
(vedi accurata competenza di falegnameria degna di un allievo di Carletto Razza):
un personaggio fantastico, ma senza dubbio con minor fortuna nella conduzione della sua vita.
A piazza Marconi (v. relative foto) improvvisò un altro sketch da completare
in un prossimo futuro dal titolo
“sti cazzi”, evento che non si realizzò più a causa di vicissitudini inopinabili ed avverse.
E dire che egli era stato un grosso fautore del movimento filosofico positivo contrassegnato
“sticazzismo”, una strategia che, se utilizzata con sapienza, è in grado di salvarti
o perlomeno di migliorare in parte la tua esistenza.
Il pittore Severino Della Rosa, prendendo spunto da una mia foto,
ha realizzato un quadro dedicato a quell’evento, riuscendo,
con la sua notevole competenza, a confermare ed interpretare
il valore empatico dello show di Bumbo.
Paolo Boccalini
Sanguigna di Severino Della Rosa - 1998
Foto di Paolo Boccalini
Umbro riusciva, comunque, a trasformare in spettacolo anche i momenti più di routine:
lo vediamo in queste foto degustare il primo caffè del mattino con tono sacrale
nel bar di Silvana (cosiddetto “bar di piazza”), che si trovava in piazza Marconi.
Tratta quella tazzina come se fosse la coppa del Sacro Graal, con volto ispirato e gioioso,
pronto ad affrontare una giornata costellata di piccole ma importanti cose.
Applicava spontaneamente tutti i principi consoni al tema delle “Myricae”
di Giovanni Pascoli: valorizzare la vita minima che ci circonda quotidianamente,
che la frenesia del vivere in maniera moderna, offuscata da un esasperato consumismo
ed un attaccamento compulsivo agli esagerati beni terreni, ci porta ad ignorare.
Dobbiamo ringraziare “Bumbo” per averci insegnato questi dogmi e la sua positiva filosofia
priva di malevolenze ed arroganza, ma farcita di cordialità e rispetto verso gli altri.
Non siamo stati dei diligenti allievi, ma forse miglioreremo con il tempo.
Mi fa tornare in mente le parole di una canzone, che da piccolo mi colpirono
senza capirne il vero senso, “L’uomo del banjo”, dove il cantante Ico Cerutti
diceva in premessa “Ecco, sta arrivando l’uomo del banjo lui ha solo quello ed ha tutto,
io che ho tutto non ho niente”. Vi invito a riascoltare questo motivo. (pb)
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Foto di Paolo Boccalini
gennaio 1983
Umbro, "1940-2005"
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www.grupporicercafotografica.it
vedi Umbro Patroni anche in: www.grupporicercafotografica.it/beat.htm
e www.grupporicercafotografica.it/b&n.htm