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In ricordo di

Umberto Servi

"inserviente" per caso

2 - foto

 

© Franco Della Rosa

www.grupporicercafotografica.it

TUTTI I DIRITTI DI RIPRODUZIONE SONO RISERVATI ALL’AUTORE

1 - in copertina: (in senso orario) la facciata principale dell’Ospedale anglicano di Arrone,

il Chiostro dell’Ospedale degli Infermi di Narni e la facciata della “Croce Rossa” al vocabolo Trevi di Terni, dopo i restauri.

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PRESENTAZIONE

Con serenità ed onestà esprimo

il mio più grande apprezzamento

sulla realizzazione di queste opere

condotte e seguite

dall’Arch. Franco Della Rosa

in modo certamente professionale ma,

quel che più conta,

da persona amante dell’arte

e di tutto ciò che la storia

ci ha consegnato.

 

Dr.ssa Rossana Spadoni

Dirigente U. O. ASL 4 - Terni

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PREFAZIONE

            Da alcuni anni vari progetti redatti per attivare lavori di restauro, recupero e consolidamento, finanziati con i fondi di bilancio dell’Azienda Sanitaria Locale n. 4 di Terni, tendono opportunamente a riqualificare varie sedi operative, da lungo tempo utilizzate ad uso sanitario, rigenerando oltre l’aspetto formale le originarie peculiarità sociali e storiche .

            Questa prima pubblicazione è relativa a tre specifici restauri-risanamenti riguardanti edifici con originaria destinazione sanitaria. Per il futuro, si conta di dar seguito con studi e pubblicazioni a nuovi resoconti, con lo scopo di informare la comunità sull’uso e conservazione di beni, originariamente di istituzioni religiose o di quartiere, di elevato valore sociale, culturale e architettonico, parte viva della comunità locale, che meritano necessariamente di essere per questo conosciuti.

            I progetti, con lavori recentemente ultimati, hanno riscontrato il favorevole consenso del Ministero per i Beni e le Attività Culturali tramite la Soprintendenza per l’Umbria tanto da beneficiare di specifici contributi finanziari così detti “a fondo perduto”.

            Con l’occasione devo un particolare ringraziamento al cortese prof. Osvaldo Panfili, titolare della casa editrice “Thyrus”, per l’aiuto prestato nella ricerca dei dati storici riguardanti l’Ospedale del suo paese, Arrone, e, ancora ad Arrone all’ing. Paolo Sinibaldi e al sig. Romano Marchetti per le due foto storiche, all’ing. Luigi Meriziola e al geom. Roberto Listanti dell’omonima Ditta di Terni e ai sigg.ri Enzo Longhi ed Espartero Marazza della Ditta LO.MA. di Narni per la collaborazione offerta al raggiungimento del miglior risultato nei tre restauri, e non ultimo alla Amministrazione dell’Azienda Sanitaria Locale per la tacita disponibilità manifestata verso questo impegno. 

 

LA STORIA

 

            Arrone

            L’edificio, oggi sede del Punto di erogazione del Centro Salute n. 1 di Terni, meglio noto come “Distretto Sanitario Valnerina” trae le sue origini nel XIX secolo con l’insediamento in loco della Chiesa Cattolica Riformata d’Italia[1], fondata dal sacerdote apostata Enrico dei Conti di Campello convertitosi a seguito del movimento scismatico nato in Italia come reazione al Concilio Vaticano del 1870. 

3 - Arrone: vista dell’ex Ospedale Anglicano (17 luglio 1918).

 

            La struttura edilizia fu costruita ex novo come Ospedale inglese nell’arco della seconda metà del 1897, con lavori assai spediti, su di un sito scoglioso denominato Voc. Monte di Arrone, ceduto gratuitamente dal Comune all’Italian Church Reform Association, nella prospettiva di fare di Arrone un punto di riferimento per tutta la Bassa Valnerina, sia perché la costruzione avrebbe dato lavoro per vari mesi agli uomini del luogo, sia per «i sollievi ben più inestimabili che l’istituzione benefica avrebbe arrecato ai sofferenti».

 

            Nel 1902, a seguito del contraccolpo inferto alla comunità della Valnerina dall’abiura del suo fondatore, dalla “fuga” dei suoi seguaci locali e degli anglicani, l’ospedale fu chiuso e abbandonato a se stesso.

 

4 - Arrone: vista dell’ingresso del paese intorno al 1940. A lato l’ex Ospedale Anglicano.

 

            Poco dopo, nel 1907, conclusa la vicenda della Chiesa Cattolica Riformata d’Italia, come si ricava da una domanda inoltrata al Comune per un allaccio idrico, un nipote di Enrico, Solone di Campello, risultava in possesso dei fabbricati già proprietà del Comitato inglese The Italian Church Reform Association, composti dall’ospedale, dalla chiesa e da un teatro (?).

            Sul frontone dell’ospedale spiccava all’epoca la scritta inneggiante “Salus ab alto” (la salute viene dall’alto).

          Rimasto sotto utilizzato sino all’ultima guerra, epoca in cui tornò ad essere ospedale, ma militare, esso fu riutilizzato dagli anni cinquanta come scuola dell’obbligo, quindi di nuovo a destinazione “sanitaria” dal 1983 con l’istituzione delle Unità Sanitarie Locali, sotto la denominazione di “Distretto Valnerina” (Delibera Giunta Municipale di Arrone, n.119 del 9 giugno 1982).

 

5 - Arrone: “Distretto Sanitario”. La facciata principale prima dei lavori.

 

            Nel periodo a noi più prossimo, l’edificio ha continuato ad accogliere oltre al servizio sanitario anzidetto, anche la locale sezione dell’Associazione Volontari Italiani Sangue (AVIS) ed altri servizi di volontariato sociale e di servizio pubblico conservando in prevalenza la veste originaria di facciata nel corpo principale e quella anonima nel resto degli ampliamenti retrostanti degli ultimi decenni del secolo scorso. All’atto dei lavori attuali la struttura era sotto la responsabilità sanitaria della Dr.ssa Margarete Tockner.

           

             Narni

            Il complesso edilizio in oggetto corrisponde all’odierno “Stabilimento Ospedaliero” di Narni, come oggi appare. Il suo aspetto è il risultato di una continua trasformazione prodotta intorno al primitivo nucleo conventuale a cui fu aggiunta inizialmente la Chiesa esterna d’epoca neoclassica, quindi, in fasi successive, i due nuovi corpi di fabbrica novecenteschi.

            Le fonti storiche più antiche[2] ci richiamano all’originaria denominazione  che compare nell’atto di approvazione degli Statuti comunali del 17 luglio 1371, sotto il titolo di hospitalis s. Jacopi, insieme agli altri: hospitalis cruci de Sodoniss, hospitalis collis caprae (lebbrosario)[3] o hospitalis s. Bartolomei, non corrispondenti però all’attuale sito.

 

6 - Narni: vista dell’ingresso principale dell’Ospedale intorno l’anno 1930.

 

            Relativamente all’anno 1407 apprendiamo che le “pinzoche” addette all’ospedale, delle quali era camerlenga Romanuccia Gilielli di Lello, narnese, del 2° ordine di san Francesco, erano alloggiate nel vicino monastero situato nel borgo delle Arvolte e che appena due anni dopo, nel 1409, avvenne il trasferimento dell’Ospedale degli Infermi, detto di san Giacomo, nella località ove tuttora esiste. Le denominazioni del nosocomio variano in relazione ai riferimenti di luogo più prossimi. In un breve di Eugenio IV, alle calende di gennaio 1447, diretto ai frati del terz’ordine dei penitenzieri di Narni, è riportata una nuova definizione dell’Ospedale detto allora di santa Croce delle Archivolte. La denominazione ritorna nello stesso anno quando il pontefice Nicolò V, fuggendo da Roma a seguito della peste scoppiata nel maggio, si rifugiò in Narni prendendo alloggio presso la “rocca” ed ebbe modo di conoscere la cattiva gestione dell’Ospedale. Forse avendola de visu costatata, ordinò che venisse tolta la gerenza del detto ospedale di s. Croce de Arvolte (situato presso le mura della Città) ai frati e la commise a Tommaso Ladislai, cittadino narnese, ed a Pietro di Rimini arciprete dello stesso ospedale[4], ai quali dette anche l’incombenza di eleggere il confessore di quelle monache ed il “visitatore”, che prima, per vecchia consuetudine, veniva scelto dalle stesse monache.

 

7 - Narni: vista dell’Ospedale negli anni cinquanta del secolo scorso.

 

            Dell’anno 1448 è un altro breve di Nicolò V, riportato nei registri vaticani, diretto ai frati del terzo ordine di san Francesco «pro Hospitale de Arabolte»[5]. Nella definizione del nome dell’Ospedale i documenti del 1465 ricordano che i frati minori osservanti ebbero la cura e vigilanza dell’ospedale della SS. Trinità, che sta ancora oggi, col nome di ospedale civile, sulla via che conduce alla villa Martinori, già convento dei Cappuccini nuovi; il Martinori ritiene che in quel tempo l’ospedale avesse il nome di san Girolamo.

Una denominazione, ancora diversa, compare nel 1482 in occasione di alcune opere di fortificazione legate al collegamento murato tra la rocca e «i bastioni di porta delle Arvolte, ove era l’ospedale delle pinzoche, detto della SS. Trinità, in quel borgo oggi Ospedale Civile»[6].

            Nell’anno 1519 risulta che «Giovanni Battista Spinelli, nobile di Narni, locò, in quei tempi, ai rettori dell’ospedale di san Girolamo ed agli uffiziali del Monte (di Pietà), una sua stanza, sita in quella parrocchia»[7]. Soltanto nel 1524 è accertato che «a spese del comune fu edificata la chiesa dell’Ospedale civico di Narni fuori porta Ternana, e fu dedicata alla SS. Trinità»[8].

La vita del nosocomio, d’ora in avanti diviene particolarmente travagliata per gli alterni dissidi tra autorità religiosa e civile; il 13 aprile del 1531 si adunò il consiglio per discutere la nomina di un deputato religioso ma fu deciso di delegare il vescovo (Bartolomeo Cesi) a tale compito. Due giorni dopo lo stesso deputò fra Gerolamo di Castel della Pieve che il 27 dello stesso mese prese possesso del suo ufficio. Appena cinque mesi dopo fra Gerolamo fu rimosso dalla carica che passò a Bernardo Giezzi, innescando una furibonda lite tra Comune e Vescovo. Anche il papa Gregorio XIII fu interessato della vicenda, avendo i fatti raggiunto il Cardinale Cesi fratello del Vescovo narnese, che entrò nella diatriba della gestione dell’ospedale forzando la mano al Comune. La cosa si trascinò per diversi anni finché nel 1574, essendosi il rapporto fra le parti molto inasprito, il papa rimetteva al commissario apostolico Moriconi la podestà di reprimere la rivolta e prendere i provvedimenti necessari per ridurre all’obbedienza i Narnesi.

Nel secolo successivo anche una farmacia fu attivata e fatta gestire dal comune ai padri Scolopi (come da riconferma del 1618).

            Nel mese di settembre 1811 i deputati del civico ospedale di Narni decisero di affidare la cura degli infermi e l’amministrazione dell’Ospedale stesso, all’ordine dei “Fate Bene Fratelli” di san Giovanni di Dio. Il relativo contratto fu stipulato il 5 ottobre 1811. Il 29 settembre 1860, con Decreto del Regio Commissario generale dell’Umbria, l’amministrazione dell’Ospedale degli infermi di Narni, passò dal Municipio alla congregazione di Carità che si costituì il 31 ottobre 1861.

            In data 15 febbraio 1881, da una relazione prefettizia[9], risulta che presso l’ospedale di Terni era in funzione una succursale del brefotrofio di Narni. Soltanto nel 1922 alcune opere edilizie in ampliamento diedero l’assetto formale al complesso che rimase immutato sino agli anni cinquanta, quando iniziarono le modifiche più sostanziali con la costruzione di due nuove ali, portando il complesso all’aspetto odierno.

 

8 - Narni: vista del chiostro prima dei lavori.

 

            Altra ed ultima notizia più significativa dell’attività del nosocomio è del 12 agosto 1943, in pieno conflitto mondiale, quando accolse i malati provenienti da quello di Terni evacuato a seguito delle incursioni aeree.

            Su tutta la vicenda storico-amministrativa dell’Ospedale narnese sono veramente pochi gli elementi che consentono di conoscere dal punto di vista architettonico quella che fu la sua lenta evoluzione. Questa è evidente soltanto attraverso la lettura delle emergenze architettonico-strutturali storiche, oggigiorno circoscritte tra i piani bassi ed in continuum con l’edificio di culto, composte principalmente dalla parte più antica peraltro ben definita dal chiostro interno, dai corridoi e scale di collegamento, nonché da alcuni ambienti voltati tipici dell’architettura rinascimentale. Poco si rintraccia della separazione tra “alloggio” conventuale (molto probabilmente sempre circoscritto alla zona sud) e ospedale e suo aspetto formale esterno più antico, salvo quanto rintracciabile nella stampa cinquecentesca del Piccolpasso ed in quella settecentesca di Narni eseguita a “volo d’uccello” dal “Mortier”[10] e in alcune rare fotografie della prima metà di questo secolo ed in una cartolina postale degli anni sessanta.

 

9 - Narni: vista interna di una corsia d’ospedale negli anni ‘50 del secolo scorso.

           

            Terni

            L’attuale sede del Distretto Sanitario Valserra, ultimamente definito “Punto di erogazione del Centro Salute n. 1 - Terni”, fonda le sue origini all’inizio del sec. XX a seguito dell’opera di volontariato prestata dalla popolazione locale che lo volle come sede della nascente “Pubblica Assistenza”, poi “Croce Rossa”.

 

10 - Terni: vista dell’edificio prima dei lavori.

 

            L’edificio fu costruito ex novo quindi come Servizio Sanitario sull’esempio di altre realtà limitrofe. Costruttore dell’opera oltre alla ditta Argenti fu l’intera comunità locale che contribuì fattivamente alla sua realizzazione nell’arco di tempo compreso tra il 1927 e il 1928[11].

            Prima di tale data, come riferisce lo storico Rolando Teofili[12] nel periodo a cavallo tra otto e novecento, la cura della salute come di altri “avvenimenti lieti e tristi, battesimi, comunioni, matrimoni, malattie, degenze lunghe, atti operatori, convalescenze lente e dispendiose” si faceva fronte con la Società di Mutuo Soccorso allora appena istituita in zona.

 

11 - Terni: particolare della balaustra prima dei lavori.

 

            L’immagine dell’edificio riflette, seppur esemplificato, lo stile architettonico più diffuso all’epoca. Sono l’impostazione tipologica generale, le riquadrature, la balaustra, il tipo di copertura (probabilmente in parte modificata nelle gronde), la recinzione, il lampione d’angolo e i toni cromatici delle originarie pitture ad esternare nell’insieme un sapore liberty, seppur provinciale.

L’attività espletata dal complesso “Croce Rossa” ebbe alle origini in Palombi Savino il suo primo Presidente. 

Oggi la struttura continua a svolgere il ruolo affidatogli all’epoca in modo razionale e negli spazi originari, all’atto dei lavori sotto la responsabilità sanitaria della dott.ssa Maria Teresa Falcinelli.

            Successivamente l’immobile fu acquisito al patrimonio del Comune di Terni che lo ha confermato nell’attuale destinazione sanitaria nota in zona come “Distretto Valserra”.

 

12 - Terni: vista dell’edificio nel contesto urbano contemporaneo.

 

 

I RESTAURI

 

Arrone

L’ex Distretto Socio Sanitario di Arrone (Tr), opera edilizia edificata nel 1897 con destinazione Ospedale inglese, soggetto per la sua tipicità al disposto dell’art. 26 del R.D. 30.01.1913, n. 363 che lo fa rientrare fra i beni di interesse storico artistico e assoggettare ipso Jure  ai sensi dell’art. 4 della Legge 1.6.1939 n. 1089, oggi sostituita dal D.L.vo n. 490/1999, alle disposizioni di tutela contenute nella stessa legge in quanto di proprietà pubblica è stato interessato da un intervento di restauro che prevedeva tutte quelle opere atte a tutelare l’immobile da infiltrazioni d’acqua meteorica. Ciò attraverso la manutenzione straordinaria della copertura con il rinnovo dei cavedi, delle converse interne, impluvi e pluviali, nonché la protezione e restauro del coronamento di facciata, la ripresa di intonaci, la ricostruzione delle cornici architettoniche, delle volute e copertine di finitura.

 

13 - Arrone: “Punto erogazione del Centro Salute n. 1 - Terni”.

La facciata principale dopo i restauri.

 

            Oltre al rifacimento delle coloriture originarie dei prospetti esterni dell’edificio principale e suoi ampliamenti, sono state rinnovate quelle interne, unitamente a varie finiture. In una nuova sede interrata lungo il perimetro del fabbricato sono stati collocati tutti gli impianti precedentemente ancorati alle facciate, sede rifinita da un marciapiede in selciato bordato da mattone a mano a limitare l’intero manufatto. Pari attenzione è stata riservata nel rimuovere opere con collocazioni anomale, quali la pubblica illuminazione le insegne. Tutti gli interventi sono stati effettuati al fine della tutela e conservazione del bene, di proprietà del comune di Arrone, utilizzato in comodato d’uso dalla Azienda Sanitaria Locale n. 4 della Regione Umbria.

            Le opere sono state eseguite dalla Ditta Meriziola diretta dall’ing. Luigi e l’assistenza di cantiere del geom. Roberto Listanti, con la progettazione e direzione dei lavori dello scrivente, oltre all’ausilio di artigiani locali per provvedere a specifiche prestazioni di restauro.

 

14 - Sagome in legno utilizzate per la ricostruzione delle cornici di facciata.

 

            Ogni opera programmata ha tenuto presente lo stato di fatto consolidato nel tempo meritevole di conservazione, i materiali di reintegro sia metallici (rame, ferro) che murari (malte di calce con aggiunta di basi pittoriche naturali). L’effetto chiaro-scuro tra pareti e cornici che è affidato all’ombreggiatura naturale del giorno è ottenuto con modestissima aggiunta di sopra tono.

            Gli infissi esterni risultano ora uniformati nel colore, ove è stato possibile, almeno per piano (le facciate dispongono purtroppo di finestre e porte di vari materiali metallici e di legno con tipico sconfortante contrasto tra le opere moderne e quelle più vetuste).

            Anche la muratura di pareti, da decenni affatto intonacata, è stata munita di un nuovo intonaco del tipo sopra descritto.

            Le riquadrature delle porte al piano terreno sono state uniformemente rifinite con intonaco nel rispetto dei piani originari (raso parete o aggettanti), come evidenziato nella fotografia dopo lavori, e munite di nuove soglie in massello uniformando i vari ingressi.

 

15 - Arrone: l’edificio nel contesto urbano storico.

 

            Narni

            L’intervento di restauro relativo al piano seminterrato dell’odierno Stabilimento Ospedaliero di Narni (Terni) è circoscritto all’ambito edilizio del chiostro interno ed al principale corridoio di accesso antico, anch’esso come per Arrone soggetto per la sua tipicità al disposto dell’art. 26 del R.D. 30.01.1913, n. 363 che lo inserisce fra i beni di interesse storico artistico di cui alla ex Legge 1089/’39. Esso ha riguardato il recupero del piano ammattonato di calpestio del “chiostro”, della vera da pozzo, degli intonaci delle pareti perimetrali, varie finiture architettoniche, tinteggiature e la verniciatura degli infissi in legno e metallici, come richiamato, nei limiti del chiostro e del corridoio antico voltato a botte.

           

16 - Narni: pianta di progetto dei lavori nel chiostro.

 

            Gli interventi previsti sono stati rivolti alla tutela e conservazione del bene recentemente transitato, ai sensi del D.lgs. 30 dicembre 1992 n. 502[13], nelle proprietà dall’Azienda Sanitaria Locale n. 4 della Regione Umbria.

            Il lavoro è stato eseguito dai titolari della Ditta LO.MA. sigg. Longhi Enzo e Marazza Espartero di Vigne di Narni coadiuvati da validi artigiani, con solerte impegno, su progetto e direzione dello scrivente.

            Ogni opera programmata ha tenuto presente lo stato di fatto così come era evidente nell’impostazione più antica.

            L’intervento è risultato suddiviso in due ambiti ben circoscritti:

- il “chiostro” nella porzione residua;

- il corridoio d’ingresso a forma di “L”.

 

17 - Narni: l’Ospedale nel disegno di Cipriano Pilcolpasso (c. 1560).

 

            Le opere attuate nel “chiostro” hanno restituito un aspetto dignitoso al piano di calpestio ed alle pareti circostanti, attraverso il ripristino secondo il disegno antico della pavimentazione in cotto a mano disposta a “coltello”, parte a spina negli specchi e a cortina nelle riquadrature, il rinnovo della vera da pozzo già completamente mal rifatta, oggi dotata di nuova grata in ferro ancorata a piombo, la ripresa degli intonaci e delle tinteggiature sulle facciate limitrofe, nonché il ripristino di alcuni bordi e parapetti, la ricostruzione di nuovi ed il completo restauro del supporto della campana ottocentesca del chiostro.

In particolare è stato ricostruito il bordo a sedile completo di schienale sul lato dell’attuale ingresso a rampa che conduce alla cucina. Una porzione della rampa è stata munita della necessaria ringhiera di protezione a seguito di anomali lavori degli ultimi decenni e si è provveduto a canalizzare, sullo stesso fianco, tutti gli impianti a parete chiaramente posticci.

 

18 - Narni. Il chiostro, vista dal basso dopo i lavori.

 

            Le opere relative al corridoio d’ingresso, per la necessità d’intervenire prioritariamente alla rimozione delle superiori infiltrazioni d’acqua, sono state limitate alla ripresa d’intonaci, rasatura di quelli esistenti, tinteggiatura con colore bianco per tutta l’estensione, lavori dimenticati da vari decenni e motivo del vasto deterioramento delle volte e pareti antiche.        

Le riquadrature, i rivestimenti di piani, gradini ecc. sono stati ripristinati secondo la consuetudine con cotto a mano rispettando i piani originari (raso parete o aggettanti), come evidente dalle tracce visibili nelle fotografie e in travertino lavorato negli ambiti originari quali i muri laterali del passaggio pedonale al chiostro.

            Altre opere hanno interessato il rifacimento delle canalizzazioni interrate di raccolta delle acque meteoriche e fognanti, la impermeabilizzazione con bentonite del piano di estradosso della cisterna che occupa l’intero chiostro rendendolo praticamente pensile, nonché il riordino, per quanto possibile, di un coacervo d’impianti tecnologici a rete che trovano all’intorno la loro massima concentrazione.

 

19 - Narni: la campana del Chiostro prima e dopo il restauro.

 

            Terni 

            I lavori di restauro programmati sull’edificio utilizzato quale sede del Punto di erogazione del Centro Salute n. 1 di Terni, ex Distretto Sanitario “Valserra”, hanno interessano due distinti gruppi di opere: il primo, di “somma urgenza”, orientato a rimuovere le infiltrazioni d’acqua in particolare provenienti dalle coperture a terrazzo, mentre il secondo al risanamento delle superfici con il restauro o rinnovo delle finiture interne ed esterne.

            Per maggior dettaglio è bene evidenziare che la irrilevante opera di manutenzione operata negli anni, ha favorito nella completezza dell’immobile, sia per la specifica conformazione (balaustra, scarichi interni, ecc.) che per la scarsa durevolezza dei materiali costruttivi e gli inadeguati sistemi di impermeabilizzazione,  un ampio e diffuso  livello di degrado esteso sia all’esterno che all’interno dell’edificio nonché alle finiture perimetrali quali la recinzione ed il lampione d’epoca.

            Si è provveduto pertanto al rinnovo completo di tutte le parti costituenti la impermeabilizzazione dei terrazzi e le loro finiture e protezioni secondo il criterio del rispetto cromatico superficiale originario. Si tenga presente che l’ultima pavimentazione era in grès ceramico nel formato di cm. 7x15 (!) e che alcune parti murarie sono state “riprese” nel tempo, scelleratamente, con malte cementizie.

            Come previsto è stata operata la conservazione di tutti i materiali d’epoca e la loro reintegrazione, nonché il rinnovo ove questi non fossero stati disponibili seguendo il criterio della similitudine al fine di evitare contrasti cromatici e nel contempo documentare i rifacimenti tipici dell’odierno restauro.

            Le finiture cromatiche esterne hanno seguito l’esempio delle preesistenze visibili ed emerse dal controllo dei precedenti strati pittorici con coloriture maggiormente confacenti allo stile architettonico dell’immobile originario.

            Particolare cura è stata riservata al tipo di materiale da usare nelle riprese d’intonaco e nelle finiture pittoriche, tendendo sempre verso supporti a base di grassello di calce e terre naturali opportunamente trattati per il miglior legame con le preesistenze, nel rispetto delle indicazioni concordate con la competente Soprintendenza per i Beni e le Attività Culturali.

 

20 - Terni: l’edificio dopo i restauri.

21 - Terni: particolare dell’edificio e lampione dopo i restauri.


[1] O. Panfili, L. Pirro. Storia di Arrone. Dalla modernizzazione del Comune all’avvento del fascismo. Vol. IV, “Quaderni di studi e ricerche sociali – 19”. Ed. Thyrus-Arrone. Tip. Panetto-Petrelli, Spoleto, 1990, pp. 102-114.

[2] E. Martinori. Cronistoria Narnese, Edizione Comune di Narni, Tip. Visconti, Terni, 1987.

[3] G. Collosi. L’ospedale della SS.ma Trinità della Città di Narni, Tip. O. Valenti, Narni, 1938-XVII.

[4] L. Wadding. Annales ordinis minorum, vol. IX, pp. 372-373, anno 1447.

[5] Le Archivolte o Arabolte corrispondono alla antica porta superiore oggi archi del vescovo.

[6] E. Martinori. op.cit. p. 339.

[7] E. Martinori. op.cit. p. 380.

[8] E. Martinori. op.cit. p. 386.

[9] R. Natalini. L’assistenza ospedaliera. Vol. I, “Storia illustrata delle città dell’Umbria - Terni”. Ed. Sellino. Industria Grafica Offset, Bergamo, 1993, pp. 233-234.

[10] NARNI – Ancienne Ville de l’Etat de l’Eglise, dans l’Ombrie. Exactement Dessinée sur le Lieu, mis aujour par le soin de Pierre Mortier Libraire. A Amsterdam. Avec Privilege.

[11] Le informazioni sono state raccolte sul posto interrogando rispettivamente il sig. Filippucci Paolo, classe 1909, residente in Via Trevi, 122 e il sig. Quondam Matteo Renato, classe 1911, residente in Via Trevi, 51 i quali concordano nell’attribuire la data di costruzione dell’edificio e le procedure adottate. Al riguardo precisano che la costruzione fu soltanto opera di volontariato (dopolavoro) delle circa quaranta famiglie del posto, al quale parteciparono fattivamente le donne che approvvigionavano il cantiere di sabbia di fiume. Va ricordato inoltre che l’originaria denominazione del “Servizio” restò tale sino agli anni cinquanta e che all’inizio dell’attività lo stesso era stato munito di una “ambulanza” trainata da due cavalli, tutto a proprie spese.

[12] Teofoli Rolando, Il romanzo della mia gente, Edizioni Thyrus, Città di Castello, 1988, p. 60-61.

[13] Direzione Regionale Sanità e Servizi Sociali – Unità organizzativa controllo atti Aziende Sanitarie Regionali – Determinazione Dirigenziale 28 maggio 1999, n. 3911. D.Lgs. 30 dicembre 1992, n. 502 e successive modifiche ed integrazioni -art 5 - Trasferimento di beni immobili al patrimonio della Azienda USL n. 4, con sede in Terni, stralcio relativo ai beni immobili presenti nel comune di Narni. Boll. Uff. della Regione dell’Umbria, suppl. ord., serie generale – n. 37 del 30 giugno 1999.

 

 

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PER QUESTO RESTAURO HANNO LAVORATO

 

ARRONE

MURATORI:

EROS CECCARELLI

RUSTEM DZEMAILI

STEFANO VENTURI

BERNARDINO SANTORI

LATTONIERI:

CRUCIANI MAURO

PITTORI:

ANGELO PERNI

MARMISTI:

AGENORE E REMO PANTALEONI

 

NARNI E TERNI

OPERE MURARIE:

DITTA LO.MA.

MATTONATORI:

STEFANO PROIETTI

PIERINO BAIOCCO

PITTORI:

FABIO CAPOTOSTI

MARMISTI:

AGENORE E REMO PANTALEONI

 

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Edito dal

GRUPPO RICERCA FOTOGRAFICA

dellarosa.f@gmail.com

 

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Fotografie, disegni e Grafica

Arch. Franco Della Rosa

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Stampa: Tipolitografia Quatrini A. & F. s.n.c.

Via S. Lucia, 43-45-47 - Viterbo

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I Edizione  -  luglio  2001

 

PER TROVARE LA BIBLIOTECA OVE CONSULTARE IL LIBRO:

http://opac.sbn.it/cgi-bin/IccuForm.pl?form=WebFrame

 

 

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